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Violenza sulle donne e maltrattamenti in famiglia: la velocizzazione delle procedure di tutela

Da agosto è in vigore la legge 19 luglio 2019 n. 69, meglio nota come Codice Rosso, introdotta con l’obiettivo di garantire alle vittime di violenza domestica e di genere una protezione efficace e tempestiva.                                                                                                                                        Chi subisce vessazioni dal partner o dal familiare deve percepire la vicinanza dello Stato: questo è il messaggio che trapela dalla nuova normativa, volta ad assicurare che la macchina della giustizia si metta in moto senza ritardo, attivando misure a tutela della vittima fin dal primo momento utile e accelerando quanto più possibile la fase preliminare delle indagini, a fronte di una denuncia per reati di stalking, violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali commesse in ambito domestico o comunque nel contesto di una relazione di coppia.                                                              La Polizia Giudiziaria è infatti tenuta ad informare il Pubblico Ministero della notizia di reato immediatamente, quindi anche in forma orale ove sussistano ragioni di urgenza: così potranno essere adottati provvedimenti protettivi o di non avvicinamento in tempi molto rapidi, senza vuoti di tutela. Non solo: la nuova legge impone che la persona offesa (o chi per essa abbia sporto denuncia querela) sia sentita dal Pubblico Ministero entro appena tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato.            
Pregevole è la scelta di introdurre nel codice penale una nuova fattispecie delittuosa, il “Revenge Porn”: d’ora in avanti sarà punito con la reclusione da 1 a 6 anni e una multa da 5.000 a 15.000 € chiunque realizzi e diffonda in rete immagini o video dal contenuto sessualmente esplicito senza il consenso della persona rappresentata. Inoltre sarà punito con la reclusione da 8 a 14 anni chiunque si renda responsabile di sfregi permanenti al viso, che deformino l’aspetto della vittima ledendone l’identità.                                                                                                                                     
Dunque la nuova normativa, per quanto lodevole negli intenti, attribuisce alle Procure un carico notevole di lavoro investigativo e solo il tempo, unitamente all’applicazione pratica, ci dirà se le ambizioni del legislatore sono davvero coniugabili con le risorse degli uffici giudiziari.